23 gennaio 2014

DAL GUSCIO DEI CROSTACEI UN BIOMATERIALE PER RIPARARE LE LESIONI NERVOSE

Il 24 e 25 gennaio 2014 gli esperti mondiali di rigenerazione dei nervi periferici si riuniranno a Torino

Il progetto finanziato dall’UE coinvolge imprese biotech e centri di ricerca in sei paesi, tra cui il NICO Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi dell’Università di Torino Piccoli tubi di chitosano, sostanza estratta dai gusci dei crostacei, che guidano - come attraverso un tunnel - la ricrescita delle fibre nervose periferiche dopo una lesione.

Lo studio - pubblicato sulla rivista Biomaterials - ha la firma del consorzio internazionale Biohybrid che riunisce centri di ricerca e imprese distribuiti tra Germania, Spagna, Portogallo, Israele, Svezia e per l’Italia l’Università di Torino con il NICO - Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi e il Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche. Il progetto di ricerca, coordinato dall’Hannover Medical School in collaborazione con l’Università di Torino, è stato finanziato dall’Unione Europea per un totale di 5,9 milioni di euro e si concluderà nel 2015.



Incidenti sul lavoro, sulla strada o anche in casa possono provocare una lacerazione dei nervi periferici che controllano i movimenti e la sensibilità in tutto il corpo. La soluzione ad oggi consiste nell’unire chirurgicamente i due monconi nervosi lacerati, trapiantando segmenti di nervo prelevati dallo stesso paziente. In questo modo si fornisce alle fibre nervose che ricrescono una guida per raggiungere gli organi da loro controllati. Le protesi nervose in chitosano sono un’alternativa molto promettente: permettono infatti di evitare l’autotrapianto, fornendo alle fibre nervose un tunnel attraverso il quale ricrescere.

Queste protesi hanno inoltre il vantaggio di essere stabili, biologicamente compatibili, facili da suturare chirurgicamente, biodegradabili nel medio periodo (il chitosano si dissolve infatti nel corpo dopo alcune settimane) e assicurano un recupero funzionale dei nervi lesionati paragonabile a quello degli innesti autotrapiantati. Inoltre, l’ottenimento della materia prima ha un bassissimo impatto ambientale poiché vengono utilizzati prodotti di scarto dell’industria alimentare.

 Trials clinici controllati e multicentrici (in ospedali di diversi paesi europei) permetteranno di definire in modo preciso le potenzialità di questo nuovo strumento a disposizione della medicina rigenerativa e della chirurgia ricostruttiva. Il progetto Biohybrid sarà presentato al 2° Simposio Internazionale sulla Rigenerazione dei Nervi Periferici, in programma il 24 e 25 gennaio a Torino Incontra.

200 RICERCATORI DA TUTTO IL MONDO RIUNITI A TORINO

Il Simposio riunisce un panel interdisciplinare di 200 scienziati di tutto il mondo, impegnati in un settore delle neuroscienze in grande espansione. Un’occasione per presentare e discutere i più recenti sviluppi nel campo della rigenerazione dei nervi e dell’ingegneria dei tessuti, un tema sempre più rilevante in medicina rigenerativa. Malgrado i notevoli progressi scientifici raggiunti, l’applicazione dell’ingegneria dei tessuti ai pazienti è ancora limitata.

Occorre pertanto ottimizzare la ricerca di base in una prospettiva clinica, un obiettivo che richiede di far convergere, in un approccio multidisciplinare, i pilastri dell’ingegneria dei tessuti: la microchirurgia, i trapianti, la scienza dei biomateriali e la fisioterapia.

www.nico.ottolenghi.unito.it
 Programma scientifico del Simposio:
https://sites.google.com/site/ispnr2014/preliminary-programme

Ufficio stampa NICO - Barbara Magnani  - magnanibarbara@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento